La Legge 104 rappresenta un importante punto di riferimento per i soggetti con disabilità e per i loro familiari assistenti, offrendo loro numerose agevolazioni.
Tra le varie misure introdotte, spicca la possibilità per il lavoratore che assiste un familiare disabile grave di beneficiare di permessi lavorativi. Ma come si inseriscono questi permessi nel calcolo della pensione?
I “permessi” concessi dalla Legge 104 sono periodi di assenza dal lavoro, retribuiti, destinati all’assistenza a familiari con disabilità grave. Questa normativa specifica che il soggetto con disabilità è colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabile o progressiva, che comporta difficoltà significative in ambito lavorativo e sociale.
Per quanto riguarda l’ambito previdenziale, durante questi periodi di assenza dal lavoro sono riconosciuti contributi figurativi. Ciò significa che tali periodi contribuiscono sia al raggiungimento del diritto alla pensione sia al calcolo dell’ammontare dell’assegno mensile.
È chiaro come la Legge 104 giochi un ruolo cruciale nel supporto alle persone disabili gravi e ai loro familiari assistenti anche sotto l’aspetto previdenziale; tuttavia è importante conoscere bene limitazioni ed eventualità legate all’utilizzo delle misure previste specialmente quando si parla del delicato equilibrio tra benefici immediati e sostenibilità futura delle prestazioni pensionistiche.
Legge 104: permessi e il congedo straordinario valgono per la pensione
Oltre ai permessi orari o giornalieri retribuiti previsti dalla Legge 104, esiste anche la possibilità di fruire del cosiddetto congedo straordinario. Questo permette al lavoratore un periodo massimo di due anni retribuito per garantire un’assistenza maggiore al familiare disabile grave.
Anche in questo caso i periodi sono coperti da contribuzione figurativa; tuttavia, esiste un limite massimale ai contributi figurativi riconosciuti durante il congedo straordinario. Tale limite è stato introdotto per evitare disparità troppo elevate tra i lavoratori.
Dal 2011 l’ammontare massimo dei contributi figurativi viene aggiornato annualmente in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Per l’anno 2024 l’INPS ha fissato un tetto massimo complessivo della retribuzione e dei relativi contributi figurativi a 56.586 euro per la generalità dei lavoratori.
Superando questo limite durante il periodo di congedo straordinario si possono verificare conseguenze economiche non indifferenti: una parte della retribuzione potrebbe essere persa dal dipendente e ciò avrebbe ripercussione anche sulla futura pensione del lavoratore stesso.
La normativa cerca quindi di bilanciare le necessità immediate dell’assistenza a persone in condizione di disabilità grave con le implicazioni a lungo termine sul sistema previdenziale italiano. È fondamentale essere informativi su queste dinamiche sia per pianificare adeguatamente il proprio futuro sia per comprendere pienamente i diritti derivanti dalla Legge 104.