Scuote il caso della YZYVSN, l’azienda fondata da Kanye West, meglio conosciuto come Ye, ora al centro di una controversia giudiziaria che ha dell’incredibile.
In un’epoca in cui la tecnologia e l’innovazione dovrebbero essere sinonimi di progresso e inclusione, emergono storie che sembrano riportarci indietro nel tempo, a pratiche lavorative che credevamo superate.
Queste accuse contro Kanye West arrivano in un momento particolarmente delicato per l’imprenditore-rapper americano.
Mentre le polemiche infuriano negli Stati Uniti d’America riguardanti le pratiche interne alla sua azienda YZYVSN, lui si trova in Russia per motivazioni apparentemente distanti dal suo core business musicale ed imprenditoriale.
L’accusa mossa dai suoi ex-dipendenti getta una lunga ombra non solo sulla figura pubblica e privata del rapper ma solleva interrogativi più ampi sulle responsabilità sociali delle celebrità nel mondo moderno dell’imprenditorialità digitale.
I dipendenti fanno causa a Kanye West
Secondo quanto riportato da TMZ attraverso documenti depositati presso il tribunale della California, l’ambiente lavorativo all’interno della YZYVSN sarebbe stato tutt’altro che etico o legale.
I dipendenti dell’azienda, molti dei quali di colore e alcuni addirittura minorenni (con età fino a 14 anni), avrebbero subito trattamenti inumani e degradanti. Le accuse spaziano dal lavoro forzato alla promozione di una cultura aziendale razzista, passando per false promesse relative a retribuzioni e orari di lavoro.
La situazione descritta nei documenti del tribunale fa emergere un quadro desolante: manager bianchi che utilizzano un linguaggio denigratorio e razzista per instaurare un ambiente di lavoro ostile; molestie basate su età, razza, sesso, orientamento sessuale e origine nazionale; obblighi imposti ai minorenni di firmare accordi di riservatezza sotto minaccia di licenziamento. Tutto ciò contribuisce a delineare una cultura aziendale profondamente tossica.
Il culmine dello sfruttamento si sarebbe raggiunto quando il team aziendale completò lo sviluppo di una delle app il primo maggio 2024. Nonostante l’enorme impegno profuso dai dipendenti nell’inviare il prodotto finito a Ye, questi non avrebbe corrisposto loro alcuna forma di pagamento per il lavoro svolto.
Un comportamento che trascende la semplice negligenza manageriale per configurarsi come vero e proprio sfruttamento lavorativo.
Ulteriormente scandalosa è la condotta attribuita alla moglie di Kanye West, Bianca Censori. Secondo le accuse presentate in tribunale dalla parte lesa, Censori avrebbe inviato materiale pornografico ai dipendenti dell’azienda del marito – compresi i minori – tramite la nuova app porno ideata da West stesso.
Questa azione non solo è stata considerata altamente irresponsabile ma ha anche aggiunto ulteriore disprezzo nei confronti dei diritti dei lavoratori all’interno dell’organizzazione.