Apple ha recentemente presentato il nuovo “smartwatch”, oltre che a una rivisitazione del Macbook. Non solo.
La nota Legge di Moore scandisce i progressi in campo informatico; analizzando l’avanzamento e il posizionamento di mercato dei prodotti di un’azienda lungimirante come Apple, si possono fare interessanti considerazioni sull’impatto che essa ha nell’evoluzione tecnologica. Può essere formulata in diversi modi, nelle sue considerazioni più generali e per quanto concerne questo discorso stabilisce che la potenza di calcolo associata a un processore raddoppia ogni due anni.
Grazie quindi agli enormi sforzi fatti dai produttori, come Intel, AMD e ARM nello stesso spazio, con lo stesso prezzo, e con lo stesso consumo ogni due anni la potenza dei processori viene raddoppiata. Oppure fissata una certa potenza ogni due anni si può (circa) dimezzare spazi, prezzi e consumi. Questo ha il duplice effetto: rende possibili applicazioni prima inaccessibili per mancanza del giusto connubio calcolo-consumi, soprattutto meno esoso un device, sia in termini di prezzo che di dimensioni.
Questa è stata la vera evoluzione dietro ad iPhone e agli smartphone, e ora di Apple Watch e degli smartwatch: più che un imprevedibile colpo di genio l’abilitazione, da parte di ARM, di un processore sufficientemente potente da poter svolgere mansioni generiche e poter montare un sistema operativo grafico, ma allo stesso tempo dai consumi abbastanza contenuti da poter essere sostenibile da una batteria di pochi grammi. La presentazione del Macbook 12″ ci dà l’occasione di ragionare sulla seconda forza in atto, la miniaturizzazione che ora ha portato strumenti di produttività leggera a fare a meno di ventole. Lo stesso passo si aveva avuto con la presentazione Macbook Air (e prodotti analoghi come gli Ultrabook, Sony aveva presentato questo modello nel 2003, 5 anni prima di Air), oggi mercato mainstream.
Apple e l’upgrade sul montaggio video e programmazione software
Infatti, se attorno al 2005 un processore per portatile in grado di eseguire il sistema operativo e buona operatività necessitava di 35W di potenza, i processori montati su Macbook Air e Ultrabook richiedono solo 17W e il processore di quest’ultimo Macbook 12″ (o Samsung Ativ 9) concentra in circa 6W processore e scheda grafica in grado di gestire schermi più pixellati del FullHD. I processori da circa 35W sono certamente rimasti (ad esempio i Macbook Pro 13″ consumano 28W, quelli da 15″, 45W) ma sono ora adatti anche a un utilizzo intensivo, come montaggio video e programmazione software che anni fa erano riservati a sistemi desktop, per un utilizzo più comune i 17W degli Ultrabook si sono dimostrati sufficienti e apprezzati da una grossa fetta di utenza durante gli ultimi anni.