L’eruttazione del vulcano islandese non ha fermato il grande successo della Fiera NBA (National Association of Broadcasters) di Las Vegas.
La rivoluzione principale introdotta è indubbiamente il 3D, galvanizzato dall’Avatar di Cameron, e spinto dai grossi produttori di televisori (Sony e Panasonic) al fine di reinterpretarlo nella sua futura diffusione casalinga. L’altra faccia della fiera, la novità che può spiazzare chi non è a conoscenza di alcune peculiarità tecniche, sono le reflex che fanno filmati: cine-reflex contraendo.
Il mondo professionale invece ha compreso le potenzialità del sistema e sia lo stand Canon, il più grande di sempre e quasi sgombro di Videocamere per far spazio a 5D mark II e 7D, e sia diversi stand di accessori dedicati, ne sono la conferma. Non poteva essere altrimenti: i sensori formato 35mm o APS-C delle reflex digitali sono riescono, a differenza dei sensori decine di volte più piccoli delle videocamere, a riprodurre la profondità di campo del cinema mantenendo costi (ed ingombri) modici rispetto alle concorrenti cineprese digitali dal costo di decine (se non centinaia) di migliaia di euro. Le ottiche fotografiche intercambiabili garantiscono una qualità eccellente a prezzo relativamente contenuto (sempre rispetto ai costi del mercato cinematografico e broadcast professionale: il noleggio di un fujinon per qualche giorno può costare quanto l’acquisto di un Canon L!) e permettono all’appassionato di improvvisarsi (relativamente, serve comunque studio e preparazione) cineasta, e al professionista di incrementare la qualità.
Cinema e Video sono due mondi all’apparenza simili, ma in realtà diversissimi. Hanno scopi, valenze e qualità molto diverse. Le caratteristiche del primo prediligono un approccio studiato alla ripresa, gli automatismi sono ridotti all’osso (compreso l’autofocus, assente su tutte le cineprese) per favorire il controllo totale della scena, e la pellicola (o sensore) è di dimensioni tali da permettere il maggior controllo possibile sulla profondità di campo, strumento indispensabile nel linguaggio cinematografico. Il mondo video invece è più veloce, repentino, “in diretta”, deve essere pronto a cogliere il momento grazie ad automatismi sofisticati come autofocus molto rapidi e sistemi di esposizione automatica, la profondità di campo non è uno strumento indispensabile e viene sacrificata per una maggiore portabilità e versatilità.
Dalla Go-Pro al mondo del broadcasting
La novità data dalla piccola Go-Pro è una delle più interessanti del NAB di Las Vegas. Sta nel palmo di una mano, può essere montata ovunque, è impermeabile e garantisce una qualità di ripresa ad alta definizione impeccabile, grazie ad un’eccellente ottica fisheye stabilizzata. Le innovazioni avvicinano sempre più il mondo broadcasting e cinema alla rivoluzione digitale ed avvicinano sempre più gli amatori agli strumenti utilizzati dai professionisti. Avanti così.